Tra i documenti dell’archivio, e in particolare negli annuari, emerge un fenomeno curioso: fin dalla fondazione delle scuole tecniche San Carlo, un numero sorprendentemente alto di studenti proveniva dal piccolo comune biellese di Magnano. Non si trattava di casi isolati, ma del risultato di una forte rete di sostegno e di un consolidato senso di familiarità tra chi aveva già intrapreso quel percorso e chi si apprestava a seguirlo. Famiglie, parrocchie ed enti torinesi si rendevano disponibili a ospitare i giovani del paese, che all’epoca non avrebbero potuto permettersi il viaggio di andata e ritorno in giornata. Il tragitto era infatti lungo e costoso, rendendo necessario trovare una sistemazione in città.
Magnano, noto per il suo suggestivo ricetto medievale, ha visto generazioni di studenti affrontare giornate dure e impegnative. Molti di loro lavoravano di giorno per poter frequentare le lezioni serali, un impegno costante che traspare dagli annuari.
Tra gli studenti spicca la figura di Vittorio Flecchia, nato a Magnano nel 1890 e morto nel 1960. Dopo gli studi, divenne prima rivoluzionario, poi partigiano durante la Seconda guerra mondiale, per affermarsi infine come sindacalista nelle emergenti industrie torinesi e, successivamente, senatore della Repubblica.
Diverso è il caso di Giovanni Battista Carrera, anch’egli nato a Magnano, nel 1862. Pur non risultando tra gli studenti delle scuole tecniche San Carlo, Carrera si distinse come costruttore edile e lasciò un segno nella storia architettonica di Torino. Sua è infatti la costruzione della Casa della Vittoria, progettata dall’architetto Enrico Barbieri, nota anche come Casa dei Draghi, situata in Corso Francia e realizzata nel 1920 per celebrare la vittoria nella Prima guerra mondiale. L’edificio è ancora oggi tra le opere più singolari della città.
Molti altri magnanesi hanno seguito il percorso di studio e lavoro affrontato da Flecchia, anche se i loro nomi si perdono negli elenchi d’archivio. Tuttavia, a Magnano rimane vivo il ricordo di quei giovani che, con coraggio e spirito di sacrificio, partirono per Torino in cerca di un futuro professionale.